Fa piacere sapere che per identificare un’Ophrys italiana conviene rivolgersi a un Forum francese, anziché aprire il libro Ophrys d’Italia. Dico la verità, non per questo, ma sono sconvolto. Luca presenta una “grandiflora” siciliana (quella a peli corti) che è la fotocopia esatta delle O. tenthredinifera francesi (oltre che della Tenthry). Qualcuno ha la bontà di spiegarmi in quali caratteri morfologici sostanziali si concretizzi la diversità che possa giustificare la sottospecie grandiflora? A me già appariva poco nitido il distacco tra grandiflora e neglecta, vista la notevole variabilità intraspecifica della specie. Ma sinceramente parlare di sottospecie siculo-calabrese, alla luce di quanto vedo in Francia per la specie nominale, mi appare molto incongruente. Non staremo davvero a pensare di inquadrare delle diversità di specie o sottospecie nella lunghezza di quattro peli o nella soggettiva valutazione di un po’ più chiaro o un po’ più scuro in campo basale o pseudo-occhi. Ragazzi, magari indegnamente, ma stiamo aggirandoci nel campo della scienza non nella realtà virtuale dei videogiochi. Mi riallaccio all’amico Fernando e anche a Luca, ma altro che minor o moratoria, qui con questi parametri, dalla variabilità di Epipactis helleborine ci si tira fuori un volume di sottospecie, e altrettanto si potrebbe fare in ambito neglecta. Io non sono nessuno, ma egualmente mi permetto di invitare tutti a qualche serena riflessione: ho appena dato una fiutata in giro, ma in ambito Ophrys mi pare che sia stata imboccata una strada sbagliata. Riccardo
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