Riflessione lungo la
“passeggiata” della Marina di Alliste (Lecce).
di Roberto Gennaio -
GIROS Sez. Salento roberto.gennaio@libero.it
Questa
estate l’Amministrazione Comunale di Alliste (LE), un piccolo centro
situato a pochi chilometri a sud della rinomata Gallipoli, ha inaugurato
lungo la costa rocciosa “Il percorso ciclo-pedonale” che da Capilungo si
snoda fino a
Torre
Sinfonò. Costo dei lavori € 555.191,17 per due chilometri di costa
feriti, squarciati nella loro algida bellezza.
Alliste non poteva essere da meno rispetto ad altri paesi
rivieraschi che avevano già da tempo realizzato la “passeggiata”. Ad
Alliste non vi sono altri problemi prioritari, per cui con tenacia tutti
nel corso delle diverse Amministrazioni si sono sforzati affinché si
realizzasse l’ennesimo crimine al nostro paesaggio Salentino.
Si parla di erosione costiera e di cementificazione della
costa, di arenili che ormai sono scomparsi o che sono arretrati anche di
100 metri e di un’economia messa al tappeto dalla furia della natura che
ha mangiato i litorali e non ci rendiamo conto che la natura svolge il
suo normale ciclo da milioni di anni e che si sta prendendo ciò che noi
gli abbiamo tolto.
Una corretta pianificazione per la rivalutazione economico -
turistica del territorio non può prescindere dalla conoscenza e dalla
tutela delle caratteristiche ambientali e paesaggistiche della fascia
costiera, e non solo, al fine di non subire un danno ecosistemico
irreparabile e un’alterazione della propria identità territoriale.
Abbiamo smembrato le dune, aperto varchi tra la vegetazione
dunale, abbiamo antropizzato il litorale sabbioso, abbiamo realizzato
parcheggi retrodunali e costruito residence e stabilimenti balneari
sulla sabbia, abbiamo distrutto un ecosistema delicato e complesso per
arrivare con le auto fin sotto al bagnasciuga e ora non contenti
vogliamo stravolgere anche la costa rocciosa ?
Si parla tanto di tutela , di progetti da effettuarsi con il
minimo impatto ambientale, di uso di materiali eco-compatibili. E poi ?
Le direttive della Comunità Europea hanno legiferato tanto in
materia di tutela ambientale recepite da ogni stato membro tra cui
l’Italia; VAS, VIA, SIC, PUTT, sembrano più espressioni da fumetto che
acronimi che racchiudono invece i termini come Valutazione ambientale
strategica, Valutazione di Impatto Ambientale, Sito di Importanza
Comunitario, Piani Urbanistici Territoriali Tematici, tutti strumenti
che regolano e tutelano il paesaggio e il territorio dall’irrefrenabile
voglia dell’uomo di distruggere !
“…Non potremo facilmente dimenticare gli innumerevoli
incontri avuti con il Soprintendente per concordare tecniche di
realizzazione dell'opera, materiali da usare nel rispetto dell'ambiente
e della nostra favolosa “macchia mediterranea”, ma soprattutto per
dimostrare che non era in atto alcuna azione di cementificazione della
costa… “ tuona con entusiasmo il Consigliere Comunale con
Delega alle Marine. Ma quale rispetto dell’ambiente e della
macchia mediterranea, dato che i lavori sulla costa sono stati eseguiti
con cingolati, escavatori e camion stravolgendo tutta l’area,
movimentando terra, sradicando la copertura vegetale esistente e avendo
utilizzato cemento armato per effettuare barriere e frangiflutti, altro
che uso di materiali e di tecniche costruttive di bassissimo impatto
ambientale! Sono ben altre le soluzioni soft a minimo impatto ambientale
che si possono realizzare secondo i canoni dell’ingegneria naturalistica
e del restauro ambientale !
Si chiede se le autorizzazioni avute, non abbiano
richiesto e/o tenuto in considerazione in nessuno modo di qualche studio
preliminare di carattere botanico- naturalistico fatto sulla costa tale
da rendersi conto sia del sistema di habitat presenti, peculiari e
meritevoli di tutela così come indicato dalla Direttiva 92/43 CEE
“Habitat”, chè della copertura botanico-vegetazionale di riconosciuto
valore scientifico e di importanza ecologica, con presenza di specie
floristiche rare, tra cui le orchidee spontanee, e poco comuni inserite
nella lista rossa regionale e nazionale :
Specie floristiche presenti lungo la costa inserite nella Lista Rossa
Regionale:
Convolvulis lineatus, Anthyllis hermanniae,
Allium atroviolaceum, l’endemico Limonium
japigicum.
Habitat presenti lungo la costa:
- Habitat Prioritario meritevole di tutela seconda la
Direttiva “Habitat”: pseudosteppa a Convolvulus lineatus.
- Habitat di interesse Comunitario secondo la Direttiva
“Habitat”: scogliere delle coste mediterranee con specie endemiche del
genere Limonium.
- Habitat integrativi meritevoli di tutela a livello
regionale: garighe a Thimus capitatus, garighe a
Cistus sp., garighe a Euphorbia spinosa,
garighe ad Antyllis hermanniae .
Il
Decreto Legislativo del 22 gennaio 2004, n. 42 "Codice dei beni
culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6
luglio 2002, n. 137, all’art Articolo 135 “Pianificazione paesaggistica”
recita :
- 1) Le regioni assicurano che il paesaggio sia adeguatamente
tutelato e valorizzato. A tal fine sottopongono a specifica normativa
d'uso il territorio, approvando piani paesaggistici ovvero piani
urbanistico-territoriali con specifica considerazione dei valori
paesaggistici, concernenti l'intero territorio regionale entrambi di
seguito denominati "piani paesaggistici".
- 2) Il piano paesaggistico definisce, con particolare
riferimento ai beni di cui all'articolo 134 le trasformazioni
compatibili con i valori paesaggistici, le azioni di recupero e
riqualificazione degli immobili e delle aree sottoposti a tutela,
nonche' gli interventi di valorizzazione del paesaggio, anche in
relazione alle prospettive di sviluppo sostenibile……..
La legge regionale del 23 giugno 2006 n° 17 “Disciplina della
tutela e dell’uso della costa” nei principi generali, art. 1 comma 2, si
legge che per gestione integrata della costa si intende il concorso
della pluralità di interessi pubblici ai diversi livelli territoriali,
nella valutazione delle azioni programmatiche finalizzate all’uso, alla
valorizzazione e alla tutela del bene demaniale marittimo. Il processo
di pianificazione, art. 2 comma 2, ha luogo con la collaborazione delle
province e dei comuni e che avviene mediante il Piano regionale delle
coste (PRC) e sui cui principi e norme devono essere conformatri i Piani
Comunali delle Coste (PCC).
Il Piano Comunale delle Coste (P.C.C.) è uno strumento di
gestione, regolamentazione, di controllo e monitoraggio del’area
demaniale in termini di tutela e salvaguardia, di recupero e risanamento
ambientale, nonché di garanzia del diritto dei cittadini ad usufruire
del patrimonio naturale e paesaggistico e non uno strumento
per poter aggirare le leggi di tutela ambientale per ferire e
beffeggiare per la gloria di pochi il nostro territorio.
E intanto, amministratori e partiti politici, di ieri e di
oggi nel rivendicarne la paternità e i meriti “ dell’opera” non si
rendono conto di essere stati ad ogni ordine e grado artefici dello
scempio della costa.
Se tutto ciò corrisponde alle azioni programmatiche
finalizzate alla valorizzazione e alla tutela del bene demaniale
marittimo…… !!!!
L’augurio è che la folle idea di voler continuare la
passeggiata ( questa è la convinzione dell’attuale Amministrazione) per
gli altri restanti chilometri di costa rocciosa rimasta ancora selvaggia
e integra, che va da Torre Sinfonò fino a Posto Rosso (Cisternella),
dove si possono ammirare le stupende baie “del canale di Torre Sinfonò “
e “ canale dei diavoli”, rimanga solo una utopia, un colpo di sole, uno
sbandamento, una momentanea perdita di ragione presa lungo la tortuosa
passeggiata.
L’Amministrazione Provinciale di Lecce inoltre ha fatto effettuare da
poco il ripristino della vegetazione facendo piantumare corbezzoli e
altre specie di macchia mediterranea non idonee con la vegetazione
tipica della costa, che sono seccate dopo pochi giorni, alla faccia di
tutte le regole del restauro ambientale e gli studi fatti sul paesaggio
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