Le caratteristiche morfologiche della "massiliensis" bene o male sono note a tutti. Vi rimando alla
seguente discussione per quanto riguarda le varie pubblicazioni e opinioni relative a questo taxon. Ma che cos'è allora la massiliensis? Tra gli insetti impollinatori come ha indicato Giuliano, c'è la Andrena nigroaenea, ma c'è anche la Andrena bicolor come ha pubblicato Veerecken nel suo lavoro. Entrambe tra l'altro riportate anche nel libro del Giros. Il primo dei due insetti è impollinatore noto anche della Ophrys aranifera/sphegodes s.s. come dimostrato da Cozzolino. Dunque sembrerebbe che la massiliensis non si separi nettamente dalla specie da cui discende almeno a livello di insetti impollinatori.
Altre barriere che potrebbero separarla: habitat e tempi di fioritura.
In effetti la massiliensis cresce generalmente esposta a nord, in ombra o mezz'ombra, raramente in pieno sole, quindi per assurdo fiorisce prima, anche se cresce in posti più freddi ?! E' anche vero che inizia a fiorire precocemente, ma le popolazioni continuano comunque a fiorire fino almeno a marzo. Si sa niente quest'anno dello stadio di fioritura delle popolazioni trovate sui laghi della Lombardia? Anche lì qualcuno aveva proposto "massiliensis", se non ricordo male! Occorre considerare che gli insetti impollinatori così come le piante, possono avere più generazioni durante l'anno.
A mio avviso siamo di fronte a delle piante che per qualche ragione, crescano esse in Liguria o all'Elba, a Marsiglia, in Toscana o sui laghi, nonostante crescano in luoghi meno irraggiati, captano comunque già a metà novembre un ciclo di fotoperiodo e temperatura simil primaverile (questione di maggiore escursione termica?!) sta di fatto che qualcosa fa scattare l'interruttore e si accende tutto il processo cellulare-metabolico che le porta a fioritura in autunno. Processo metabolico che una volta innescato, per questioni cellulari e di sopravvivenza della pianta stessa non viene più arrestato. A mio avviso tali piante sono la coda gaussiana anteriore (ved. grafico) di una popolazione ben più ampia (da ricercarsi forse tra entità che fioriscono successivamente e che attualmente chiamiamo con un altro nome? ) che per qualche ragione iniziano a fiorire precocemente. A mio avviso, la loro stabilità, se comparissero nuovamente autunni veramente rigidi (e non "anticipi di primavera" come negli ultimi anni) sarebbero destinate a scomparire, o meglio, a non anticipare più il loro ciclo vegetativo... (anche se evidentemente, Liguria di ponente ed Isola d'Elba hanno un microclima ottimale) ed a mio avviso le vedremmo riallinearsi alle fioriture della popolazione principale.. del resto non sarebbe la prima volta che si vedono ciliegi e peschi in fiore in autunno! Ma del resto, anche l'Himantoglossum (Barlia) robertiana e la Ophrys forestieri, ad Erice iniziano a fiorire a novembre... o no? Però alla Barlia precoce siciliana nessuno ha pensato di darle un'altro nome, o di farne una sottospecie... Ovviamente è solo una mia idea... Tornando indietro nel tempo con la memoria, da quanti anni vi risulta che siano presenti queste Ophrys a fioritura autunnale?
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In realtà quello che ho scritto della Barlia siciliana non è del tutto vero... perché qualcuno invece ci ha provato, ma chi se lo ricorda più?
Orchis longibracteata var. sicula Lindl., Gen. Sp. Orchid. Pl.: 272 (1835)
http://www.biodiversitylibrary.org/page ... 5/mode/1upAceras longibracteatum var. sicula (Lindl.) Rchb.f. in H.G.L.Reichenbach, Icon. Fl. Germ. Helv. 13-14: 3 (1850).
http://bibdigital.rjb.csic.es/spa/Libro ... &Pagina=16Barlia longibracteata var. sicula (Lindl.) Rouy in G.Rouy & J.Foucaud, Fl. France 13: 182 (1912).
http://www.biodiversitylibrary.org/page ... 6/mode/1upHimantoglossum longibracteatum var. siculum (Lindl.) Schltr., Monogr. Iconogr. Orchid. Eur. 1: 150 (1928).
Schlechter - Monographie und Iconographie der Orchideen Europas und des Mittelmeergebietes
Himantoglossum robertianum f. siculum (Lindl.) F.M.Vázquez, Folia Bot. Extremadur. 3: 126 (2009).
Ad ogni modo, se per la Ophrys tarquinia ho volutamente cercato due foto simili, ma le differenze della cavità stigmatica e la distanza degli pseudocchi sono evidenti a tutti, qui mi sembra ben più arduo trovare differenze...
Ophrys massiliensis (foto di Massimo Puglisi, Imperia - fine nov) | Ophrys classica (foto di Giuliano Frangini, Elba - inizio gen) |
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Descrizioni tratte da Ophrys d'Italia.
Pianta slanciata. Infiorescenza lassa. Fiori di medie dimensioni.
Sepali ovali lanceolati, verde chiari, raramente bianchi. Petali allungati, da verde giallastri a verde brunastri, a bordi quasi paralleli e sinuosi, ad estremità tronca, più scuri dei sepali. Labello intero, convesso, di forma arrotondato allungata, da bruno-rossastro a bruno nerastro, munito di una pelosità bruno chiara, con margine più chiaro di una tonalità giallastra o giallo verdastra. Gibbosità assai pronunciate. Macula poco risaltante, formata da disegni semplici, occupante la metà basale del labello, da blu a grigia. Cavità stigmatica grigio olivastra, con un'area più chiara al centro, barrata da una linea bruno rossastra. Campo basale bruno-aranciato o bruno rossastro. Pseudoocchi verdastri. Ginostemio a rostro assai lungo, formante un angolo acuto col labello. Appendice molto piccola, triangolare, verde giallastra, diretta verso il basso o leggermente rialzata, inserita in una piccola incisura. Fioritura da fine novembre a fine marzo. Habitat: gariga, uliveti, boschi chiari di querce e pini, da pieno sole a mezzo'ombra o anche all'ombra, su terreno calcareo, dal livello del mare a 1050 metri di altitudine lungo il litorale mediterraneo. | Pianta slanciata, infiorescenza lassa. Fiori di medie dimensioni, abbastanza numerosi, posizionati assai in alto sul fusto. Sepali ovali lanceolati, colore verde brillante o verde biancastro. Petali oblungo lanceolati, verde-brunastro chiari, a bordi quasi paralleli ed ondulati, ad estremità tronca, più scuri dei sepali. Labello intero, molto convesso, di forma squadrata, tendenzialmente globoso, marrone, coperto da una pelosità bruno rossastra, con bordi più chiari di tonalità giallastra. Gibbosità importanti. Macula formata da disegni assai semplici, bruno rossastra, delimitata da una linea più chiara. Cavità stigmatica con un'area più chiara al centro, barrata da una linea bruno rossastra. Campo basale più chiaro del labello. Pesudoocchi verdastri. Ginostemio a rostro assai lungo, formante un angolo acuto col labello. Appendice molto piccola, triangolare, verde giallastra, diretta verso il basso o in avanti, inserita in una piccola incisura. Fioritura da (gennaio) marzo a metà maggio. Habitat: prati aridi, pascoli, campi incolti, uliveti, boschi termofili, da pieno sole a mezz'ombra, su terreno calcareo, fino a 1500 metri di altitudine. |
Al di là del fatto che sembra la descrizione della stessa pianta, le poche differenze penso possano tranquillamente rientrare nel discorso variabilità, così come le differenze sui tempi di fioritura, relative e dovute ai luoghi di crescita, di cui ho espresso il mio parere sopra. Se queste devono essere due SPECIE differenti, considerato che non sono separate neanche per insetti impollinatori...... non spetta a me giudicarlo.