Ciao a tutti. Io sono il felice possessore di una compatta, che ho sempre con me quando vado in Natura. E con lei ho fatto foto cui sono affezionatissimo. Esiste però un campo piuttosto specifico di foto che io trovo molto belle, ma sì spendiamo addirittura la parola “artistiche”, di cui Luca ha mostrato parecchi e validi links. Ecco, per realizzare quel tipo di foto si richiedono particolari (e pesanti) attrezzature, una certa tecnica e un tempo notevole per finalizzare ogni inquadratura. E’ chiaro che, quando si esce per esplorare il territorio alla ricerca di Orchidee, quelle foto non è possibile farle, manca il tempo e nemmeno si ha con sé tutto ciò che serve. Quindi di spazio, nella nostra attività, per compatte, bridges o anche per reflex, ma senza troppi orpelli attorno, ce n’è in abbondanza. Le foto che si ottengono, se si è bravi fotografi, se anche lì la tecnica è giusta e naturalmente se si ha pure un po’ di gusto, sono spesso belle o anche molto belle. Senza andare lontano ricordo Gianni Orrù e Matteo Perilli che, con compatte-bridges e in genere l’aggiunta di lenti macro, ottengono risultati eccellenti. Quindi non potrò certo io disprezzare le compatte, visto che con loro mi diverto un mondo. Però vi è anche la coscienza che esiste una dimensione diversa di foto, con una qualità complessiva di immagine parecchio superiore. Ma sia chiaro, per realizzarle occorre uscire specificamente per fare quello e basta. Semmai agli amanti della piacevole foto “leggera” con compatte e bridges mi sentirei di consigliare comunque sempre l’acquisto di macchine che permettano le stesse regolazioni delle reflex, soprattutto sarebbe importante avere sempre il programma di esposizione automatica a priorità di diaframma. Inoltre sarebbe pure importante avere la possibilità di scattare in Raw, che amplia enormemente la qualità in post-produzione. Purtroppo questa caratteristica, al momento attuale, comporta dei prezzi che non trovo molto giustificati in macchine compatte. Ringrazio Forbix, che ha interpretato alla lettera il mio pensiero, e rassicuro Giuliano che, per l’affetto verso la praticità delle compatte, siamo sulla stessa barca. Passiamo a dare qualche risposta a Luca, che ci pare avviato sulla strada buona per diventare un fotografo appassionato. Nella tua macchina 1/60 è segnalato come tempo più veloce possibile di sincro flash. Significa che, utilizzando il flash potrai usare 1/60 oppure tempi più lenti, ma non tempi più veloci. La ragione è nella dinamica degli otturatori a tendina: con tempi molto veloci la seconda tendina parte in chiusura prima che la tendina iniziale sia totalmente aperta (in pratica l’esposizione è data da una fessura che scorre). Ebbene in queste condizioni la luce del flash non riesce a coprire tutta l’immagine, una fetta rimane oscura. Ecco perché viene segnalato il tempo minimo di velocità di otturazione, che permetta invece di illuminare ancora tutta l’immagine. Oggi nelle reflex più moderne questo tempo si è notevolmente ridotto, in genere si va da 1/200 a 1/320. Inoltre i moderni flash elettronici più avanzati, interagendo elettronicamente con la macchina, permettono l’auto FP, che consente di utilizzare il flash anche con tempi velocissimi. Passando ad altro tema, il diaframma oggi si regola di norma sempre elettronicamente dalla macchina fotografica, senza mai toccare la ghiera dei diaframmi, tant’è vero che parecchi obiettivi moderni la ghiera non la posseggono nemmeno più. Comunque in macchine vecchie o in situazioni in cui il contatto elettronico sia per qualche ragione interrotto, la vecchia ghiera permette sempre e comunque di regolare il diaframma. Gli obiettivi sono sempre definiti essenzialmente dalla lunghezza focale e dal diaframma più aperto, che illustra la luminosità della lente. Nel tuo caso si tratta di una lente parecchio luminosa (F2,2). In realtà oggi vicino a focale e luminosità si trovano sempre molte altre sigle, particolari per ogni marca, che illustrano, si fa per dire, se l’obiettivo è per APS o full frame, se è stabilizzato, il tipo di autofocus realizzato, se ha subito particolari trattamenti, etc. 70-300mm f/4-5,6 significa che si tratta di uno zoom con escursione tra 70mm e 300mm. F4 è la luminosità a 70mm, F5,6 è la luminosità a 300mm (quindi nel passaggio tra 70 e 300mmm perde uno stop di luminosità). I tubi di prolunga , spostando la focale, permettono di mettere a fuoco più da vicino e quindi consentono dei rapporti di riproduzione maggiori. In parole povere puoi ingrandire di più il soggetto. Un tubo, a parità di lunghezza, determina un ingrandimento maggiore in una focale corta, però con questa sarai costretto ad arrivare molto vicino al soggetto. Per intenderci un 60mm con rapporto naturale 1:1, con 68 mm di prolunga ottiene un rapporto di riproduzione 2,4:1. In pratica, se ho un sensore APS di 24mm di larghezza, a rapporto 1:1 naturale inquadro a fuoco sul sensore, a fuoco minimo, esattamente 24 mm di soggetto, Con i tubi, a rapporto 2,4:1, inquadro invece 10 mm di soggetto, quindi ho un ingrandimento 2,4 volte maggiore. I tubi, non avendo lenti, non danno alcun decadimento qualitativo, però presentano due problemi: richiedono grosse quantità di luce per esporre e offrono una profondità di campo ridottissima. Come se non bastasse, poiché il diaframma, allontanandosi dal sensore diviene in pratica più stretto, aumenta anche il problema della diffrazione ottica. Quindi possono essere uno strumento prezioso in certi casi, ma bisogna saperli usare bene. Se vi saranno altri dubbi, speriamo di poterli risolvere. Ciao e a presto Riccardo
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